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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Ago 21, 2015
- Categoria: News
Sinead O’Connor contro i manager “Una truffa ai miei danni”
Uffa, ci risiamo. Ve la ricordate Sinead O’Connor? Dai quella di Nothing compares 2 U che per una canzone che ha azzeccato pretende da anni di essere la reginetta delle scene. No? Dai, quella che un anno si e un anno no tenta di suicidarsi. No? Dai, quella che nell’anno in cui non si suicida si fa venire le crisi isteriche (lei afferma sia bipolarismo ma nessuno ha mai visto un certificato) e annulla i suoi tour? Eh, quella. Ha trovato anche quest’estate il motivo per far parlare di lei.
In un post sulla sua pagina Facebook la denuncia: “Rita Zappador e la Modus in Rebus mi hanno fregata”. La cantante denuncia, infatti, di aver sostenuto un tour di tre date in Germania dove, a fronte di un presunto indotto di 48000€, alla cantante sarebbero spettati solo 500€. Il suo lungo ed adirato sfogo sul noto social network si conclude con la seguente frase: “sono stata inculata da Rita Zappador e Modus in Rebus, col pieno appoggio di Simon Napier Bell, Bjorn de Water e il mio ormai ex-manager. Tutti loro hanno ora bisogno di un buon avvocato”.
Parole indubbiamente pesanti quella della O’Connor e la risposta non si è fatta attendere, tramite un comunicato della stessa Zappador, che ha rappresentato Battiato, Anthony and the Johnsons ed ora rappresenta Patti Smith senza lamentela alcuna: “Il mio ruolo era rappresentare la O’Connor per il mondo e Modus in rebus è la società che contrattualizza i concerti. Innanzitutto è bene specificare che il mio ruolo è di booking agent, le cui funzioni dipendono interamente dalle decisioni del management. I rapporti con l’artista, le decisioni sulle date, sulle offerte eccetera sono esclusivo patrimonio del manager”. Scaricabarile forse, ma oggettivo, nella pletora di personaggi più o meno giustificati che circondano i musicisti attualmente. La O’Connor ha inoltre lamentato degli addebiti – da lei giudicati assurdi – per la cancellazione di concerti. Risponde la Zappador causticamente: “Per quanto riguarda le eventuali perdite della signora O’Connor queste dipendono esclusivamente dalle cancellazioni dei tour da parte dell’artista, che avvengono a ridosso delle date quando costi quali voli, hotel eccetera sono già stati sostenuti. Sfortunatamente, a fronte di solidissime polizze assicurative, non venendo fornite le certificazioni mediche necessarie e previste dalle condizioni delle coperture, non è possibile ottenere i rimborsi dalle società assicuratrici stesse” e a tal proposito ricordiamo che anche l’unica data italiana della cantante, in programma all’Auditorium Parco della Musica di Roma era stata annullata per sopraggiunti impegni promozionali improrogabili.
A fronte di questa querelle che, crediamo, andrà per le lunghe, qualche domanda sorge spontanea. Abbiamo visto una pagina 9 di 7 (???) di un documento ritoccato a penna rossa, senza intestazione né altro ma questo documento è o non è figlio di un contratto (e quindi di un accordo) tra i rappresentanti e la parte rappresentata? Dobbiamo davvero credere che un’artista come la O’Connor sia così svampita da non essere informata neanche sul suo cachet? O meglio, dobbiamo davvero credere che la O’Connor abbia così poca stima di sé da non darsi un prezzo e non prendersi la briga di controllarlo? Per carità, il mondo è pieno di persone disgustose e la maggior parte di queste sono vestite da manager, anche musicali, ma forse sarebbe ora di smetterla con questa presunta purezza che non permette agli artisti di immischiarsi nelle situazioni che riguardano il vil denaro, scaricando le colpe sul primo passante visto che – a quanto pare – il pallottoliere a fine mese lo prendiamo tutti in mano.