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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Set 9, 2015
- Categoria: News
Amici per la musica: le 7 canzoni che ci legano!
Vi è mai capitato di imbattervi inaspettatamente in un nuovo incontro, che poi si è rivelato col tempo una bella amicizia? A me sì, e un buon modo per descrivere un rapporto come questo può essere secondo me quello di associare la persona a un brano musicale o una band che rappresenta le avventure e vicissitudini che spesso fanno di due persone una coppia di amici.
Il mio primo approccio musicale risale alla prima infanzia; in casa i miei genitori ascoltavano unicamente Adriano Celentano e Lucio Battisti e questo sino ad oggi. Il secondo approccio invece è legato al tempo che ho trascorso con mio fratello maggiore che ha vissuto la sua adolescenza nel momento-culmine del metal in Italia: erano gli anni novanta, quindi Black Sabbath, Alice Cooper, Moonspell, Voivod e altri gruppi che tuonavano dall’alto dei loro microfoni ritornelli metallici e heavy come il loro metal. Giungiamo quindi alla prima adolescenza quando quasi per caso scartabellando fra le scartoffie che io consideravo un pò l’antro dei segreti di mio fratello, scopro affastellati l’uno sull’altro i famosi LP, cerco quindi armata di tanta curiosità e con un po’ di fortuna di attivare il piatto posto sulla sommità dello stereo che avevamo a casa e scopro gli anni ’80, gli anni più colorati sul profilo della moda, dell’arte e della musica, scopro così gli Spandau Ballet, i Tears for fears, i Simple minds, Prince, i Cult, Mango, i Bauhaus. Con questo tipo di musica, e non solo, capirò quanto le cose belle non siano solo quelle ermetiche e impegnate (come le meraviglie che ci ha offerto il cantautorato italiano), ma che il bello si può esprimere anche con la leggerezza e la semplicità.
La lezione più grande che ho dovuto capire tuttavia, e che nessun libro o recensione ti dirà mai, in realtà mi fu insegnata in un tono un po’ polemico da ragazzina da una persona che mi disse che prima di apprezzare la melodia di un brano, magari scritto in una lingua di cui non cogliamo tutte le dovute sfumature linguistiche se non è la nostra, bisogna ascoltare bene le parole e capirle. Il giorno in cui ho realizzato questo, che per me è arrivato non prestissimo purtroppo, mi ha aperto alle meraviglie della vera buona musica, quella che ha il potere di trasmettere un codice che se decifrato ci apre dei confini inaspettati, altre volte invece ha il potere di dischiudere le porte ad una comprensione maggiore di un orizzonte che è già nostro.
Il primo titolo è per tutte quelle amicizie a cui dedichiamo ore ed ore che non bastano mai, che sanno di discussioni sino alle 4 del mattino, in macchina o in un locale, per chi ha un punto di vista suo sulle cose e non vuole rinunciarvi malgrado tutto, e affida all’altro la responsabilità dell’ intesa, mi riferisco a “Born to be wild” degli Steppenwolf, canzone simbolo di una generazione nonchè colonna sonora del più famoso road movie della storia “Easy Rider”.
Il secondo titolo, pescato dai coloratissimi anni ’80, è sicuramente “Friends will be friends” dei Queen, inno da stadio se vogliamo, ma anche una buona formula per ogni incontro fortuito che si rispetti e che si prospetti essere una buona amicizia.
Il terzo titolo è “Barbera e Champagne” di Giorgio Gaber, con cui ti viene in mente quanto le sfighe d’amore spesso siano funzionali e costruttive, soprattutto al nascere di un’amicizia, se poi bagnata da un buon calice di vino meglio ancora.
Il quarto titolo è “Glory days” di Bruce Springsteen, per tutte quelle amicizie che hanno il sapore del tempo trascorso assieme, quello passato e che non tarda mai a tornare sulla scia dei ricordi, fra due amici che si ritrovano ad esempio in un bar.
Il quinto titolo “Respinti all’uscio” degli Offlaga Discopax oltre ad essere una fra le mie canzoni preferite di un gruppo secondo me molto interessante del panorama musicale attuale, è un brano bellissimo perchè parla di un’ intesa fra amici che è tutta speciale e non si basa su una intesa intellettuale bensì su una condivisione più radicata, quella che ci è data dal luogo da cui ognuno di noi proviene, che ci caratterizza irrimediabilmente e in cui abbiamo intessuto le fila della nostre prime vere amicizie.
Il sesto titolo è di uno dei maggiori poeti italiani, Rino Gaetano, scomparso anni fa, autore che ci ha lasciato una grande eredità artistica in brani come “Ti ti ti”, che non parla di una vera e propria storia di amicizia, intesa come rapporto di conoscenza e frequentazione, ma si riferisce ad un ipotetico uomo, potenziale amico con cui condivide un comune sentire, fatto di forti disincanti, illusioni, amarezze e speranze, quell’intesa che spesso si crea per caso, ad esempio in un’amicizia “di riflesso” o che si realizza anche per un attimo in uno sguardo fugace, hai presente quando nel film “L’uomo in più” i due protagonisti si incontrano per caso si guardano negli occhi e avviene un dialogo senza l’ uso della parola?
Ultimo brano in chiusura, chiudiamo in grande con un autore italiano ovvero Riccardo Cocciante con la sua “Un nuovo amico”, perché per un amico si può e si deve fare tanto, non si può essere imbroglioni ma sicuramente grazie a un amico ci si sente più ricchi e meno infelici!
E se doveste scegliere voi una classifica da stilare, quali brani scegliereste per descrivere le vostre amicizie più sincere?