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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Gen 14, 2016
- Categoria: News, Personaggi
E se la morte di David Bowie fosse pianificata? I dubbi sulla scomparsa (FOTO)
Sono passati già tre giorni dal 10 gennaio, data della morte di David Bowie, e le voci e i dubbi riguardo la sua scomparsa non sono tardati ad arrivare. Non è la prima volta che ci troviamo davanti a un caso del genere, dove vengono a galla teorie e ipotesi di una “falsa morte” o presunta tale: basti pensare a un’altra stella del panorama musicale mondiale, Michael Jackson, o ancora prima di lui ad artisti del calibro di Jimi Hendrix, Jim Morrison e Janis Joplin.
I dubbi, in questo caso, nascono dalle poche notizie trapelate dalla famiglia e dallo staff del duca bianco. La scomparsa è stata comunicata sulla pagina Facebook ufficiale di David Bowie l’11 gennaio, la mattina dopo il decesso, riportando anche la motivazione, cioè il cancro al fegato che da 18 mesi tormentava il cantante e di cui nessuno sapeva niente se non i familiari e gli amici più stretti.
January 10 2016 – David Bowie died peacefully today surrounded by his family after a courageous 18 month battle with…
Posted by David Bowie on Domenica 10 gennaio 2016
Poi nient’altro; le notizie successive sono state poche e vaghe: il luogo della morte è un mistero, all’inizio sembrava potesse essere New York, ma subito dopo viene citata Londra, ma anche il luogo e la data del funerale rimangono sconosciute. La confusione e questo alone misterioso che avvolge la morte del cantante ha portato i più maliziosi a pensare che sia stato tutto pianificato, che Bowie abbia “organizzato” la sua uscita di scena in grande stile, a soli tre giorni dall’uscita del suo ultimo lavoro, “Blackstar”, schizzato nel frattempo in vetta alle classifiche di tutto il mondo.
Come riporta “La Repubblica”:
«Nulla si sa del funerale. Incerto anche il luogo del decesso, si parla di New York, ma senza conferme. Ma a insinuare i dubbi sono soprattutto le parole di Ivo Van Hove, il regista di Lazarus, il musical scritto da Bowie in scena al New York Theatre: in un’intervista non esclude che l’artista sia stato aiutato per l’ultimo passo. L’artista aveva parlato del tumore al fegato solo a pochissimi amici e collaboratori, pretendendo il riserbo assoluto. Lui stesso aveva appreso solo da poco di avere al massimo un anno da vivere, una situazione medica aggravata da sei infarti negli ultimi sei mesi (Wendy Leigh alla BBC)»