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- Autore: Andrea Fragasso
- Pubblicato: Giu 23, 2017
- Categoria: News, Personaggi
Lo sfogo di Francesco Baccini contro l’industria musicale italiana
Ha pagato la sua coerenza e la sua schiettezza a caro prezzo ed è stato messo da parte dalla grande industria discografica, ma Francesco Baccini ha ancora voglia dirne quattro a tutti, attraverso una lettera postata sul proprio profilo facebook.
Una lettera destinata a far discutere perché il cantautore genovese smaschera tutte le falsità che si celano dietro il grande carrozzone delle vendite e la finzione dei grandi network radiofonici, che passano in rotazione i brani dietro denaro. Eh si, è questa la realtà, senza giri di parole: non è la “qualità della proposta musicale” a fare la differenza, ma quanto sia redditizio trasmettere una canzone, con le modalità di pagamento che vanno “dalla cessione delle edizioni al cash e addirittura casi di cessione dei propri diritti d’autore”.
“Roba che la mafia è uno scherzo”, va giù pesante l’ex componente dei Ladri di biciclette, che assicura come, al giorno d’oggi, artisti eterni come Battisti o Dalla o De André non sarebbero nessuno. Lui stesso non avrebbe potuto vendere i due milioni di copie raggiunti, (grazie a tanti brani di spessore), se avesse cominciato oggigiorno. Ed è colpa anche del pubblico che continua ad ascoltare passivamente tutto ciò gli viene propinato, dal momento che la legge della pubblicità prevede che “a furia di martellare quotidianamente alla fine qualsiasi cosa diventa familiare”.
Un invito ai colleghi: di smetterla di essere “schiavi” di questo sistema e di essere coscienti che “alle radio piacciono i soldi”. Baccini rosicone? “Ma rosicone de che?”, smorza l’artista ligure, che si dice “incazzato come tutti quelli che hanno il cervello funzionante e vedono lo sfacelo” di un sistema italiano che sta andando a rotoli. Il suo unico auspicio è che la politica non sia così invasiva come lo è oggi e che vi sia una legge sul conflitto di interessi che fermi tutto questo abbassamento di qualità dovuto alle sole regole del denaro.
“Ora ci saranno gli web idioti che diranno ‘e allora vattene…’. Certo, alla fine è e sarà l’unica soluzione, ma francamente mi gira il cazzo al pensiero che in realtà dovrebbero essere loro ad andarsene”, aggiunge senza peli sulla lingua.
Una polemica non nuova, assolutamente condivisibile, che, ribadiamolo, Baccini sta pagando a caro prezzo, con la nulla visibilità da parte dei colossi del settore. Tornerà presto a pubblicare un nuovo album di inediti, a otto anni dall’ultimo, perché scrivere è nella sua indole, ma non perché spera di rovesciare da solo lo status quo.