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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Feb 17, 2016
- Categoria: Concerti, Recensioni
Appino live alle Officine Corsare (RECENSIONE)
Parlare di un cantante come Appino non è semplice: si rischia di essere riduttivi e di cadere nel banale, quando di banale nella sua persona e carriera non c’è proprio nulla. Sono praticamente più di 15 anni che lo ascoltiamo con i Zen Circus, di cui è voce e colonna portante; se lo possiamo sentire anche da solista non è certo per la ricerca di un successo personale, anzi, probabilmente è proprio per quello spirito da grande lavoratore maturato in questi anni insieme ai suoi due compagni di viaggio, Ufo Dj e Karim Qqru, che con tanto sudore sulla fronte li ha portati a essere una delle band più seguite del panorama indipendente italiano. E dunque, durante due brevi pause degli Zen, nel 2013 e nel 2015, il buon Andrea ha deciso di regalarci due bellissimi album da solista.
«Insomma, dopo 16 anni ognuno fa un po’ quello che gli pare»
Così, in tono come sempre scherzoso, si “giustifica” Appino durante il live alle Officine Corsare di Torino. La serata, targata ancora una volta “Indi(e)avolato”, è cominciata con il giovane cantautore torinese Eugenio Rodondi, che ha allietato il pubblico con dei pezzi del suo primo album, “Ocra”; un bel mix tra ottimi arrangiamenti e testi ricercati.
Ma se con il giovane Eugenio ci si è rilassati, subito dopo è il momento di scatenarsi con Appino e il maestro Pellegrini, che lo accompagna con la chitarra, e all’occasione con altri strumenti, durante tutto il live. Tra una battuta e l’altra con il pubblico scorrono piacevolmente i brani, tratti sia dal suo primo lavoro, “Il Testamento”, con il quale ha vinto anche il premio Tenco nel 2013 come “miglior opera prima”, e dal suo ultimo album, “Il Grande Raccordo Animale”.
Non sembra essere un vero e proprio concerto, ma più che altro una bella rimpatriata, un po’ come una bevuta al bar ad ascoltare le storie di un vecchio amico. Le sue canzoni sono infatti esperienze, pensieri e opinioni in cui ciascuno può ritrovarsi o meno, ma ciò che è sicuro è che nessuno può rimanere indifferente di fronte a quelle parole; vedi “La Festa della Liberazione”, “Ulisse” o ancora “Il Lavoro Mobilita l’Uomo”
Ciò che colpisce di più dell’esibizione è la semplicità e allo stesso tempo l’incredibile precisione e attenzione ai dettagli: non un intoppo, non un’esitazione, chiara dimostrazione che non stiamo parlando dell’ultimo arrivato bensì di un musicista che ha calcato i palchi di tutta Italia e sa perfettamente cosa sta facendo. Perchè non ha il successo di altri cantautori italiani allora? Probabilmente perchè, come abbiamo già accennato, non è il bisogno di essere qualcuno a spingerlo a scrivere e suonare, ma la voglia di divertirsi e di far divertire; e non bisogna piacere per forza a tutti per poterlo fare, si perderebbe troppo di quella bellissima atmosfera che si crea durante il live.
Tra una pausa e l’altra arriva anche la conferma che gli Zen Circus stanno lavorando a un nuovo album che probabilmente vedrà la luce a ottobre e sarà seguito dall’ennesimo never ending tour cui ci hanno abituato in questi anni.
Il live si chiude con “Il Testamento”, e se quello di Appino sono le sue canzoni, direi che non è andata affatto male; mentre si è sulla via del ritorno non si può far a meno di canticchiare “Rockstar” o “Tropico del Cancro”.
Quello del 30 gennaio è stato il quarto soldout di “Indi(e)avolato” dopo Colapesce, Daniele Celona e Iosonouncane, che tra l’altro ritroveremo a Torino il 4 marzo, sempre alle Officine Corsare, come ospite per il premio Buscaglione insieme a Eugenio in Via di Gioia e Dente, rispettivamente il 3 e il 5 marzo.
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