Condè Nast acquisisce Pitchfork (FOTO)

Era il 1995 quando a Minneapolis, in Minnesota, un appena diplomato Ryan Schreiber fonda Turntable, un sito aggiornato mensilmente con recensioni e articoli sulla musica indie del momento. Era stato creato senza troppe ambizioni, più che altro per dare voce alla passione di Ryan e dei suoi collaboratori per la musica, e per poter dare una soluzione alternativa alle classiche riviste musicali. Il sito supera le aspettative e nel 1996 prende il nome di PitchforkMedia.com. Dal 1999, anno in cui Schreiber decide di trasferire la sede a Chicago, si passa da poche recensioni al mese a quattro in un solo giorno, arricchendo il sito con interviste, creando la PitchforkTV e anche eventi come il Pitchfork Music Festival. Il sito verrà chiamato solo Pitchfork.com, e diventerà una delle colonne portanti del giornalismo musicale indipendente.

pitchfork.com
pitchfork.com

Proprio in questi giorni la società è stata acquistata da Condè Nast, casa editrice statunitense controllata dal gruppo “Advance Publications” che pubblica riviste popolari quali Wired e Vanity Fair. La cifra non è ancora stata comunicata, ma poco importa, le domande che girano sul web sono altre. Cosa succederà adesso?Che ne sarà di Pitchfork? Continuerà ad avere l’occhio “indipendente” che l’ha reso un punto di riferimento o sarà sottoposta agli stessi trattamenti che le “major” riservano alle band che firmano con loro? Un tempo una buona recensione su Pitchfork era una garanzia: ne sono la prova gli Arcade Fire, che dopo aver ricevuto una recensione da 9.7 per il loro album “The Funeral” hanno raggiunto un enorme successo; e la paura è proprio questa, che non ci possano essere altri Arcade Fire a essere lanciati al successo da una rivista musicale come Pitchfork. Non tutto sembra perduto però: il Pitchfork Music Festival che si terrà a Parigi a fine ottobre ha appena registrato i soldout e Schreiber rassicura: “Continueremo ad avere l’indipendenza creativa che abbiamo sempre avuto”, frase scontatissima ma che ci fa sperare. In fondo, in questi casi non si può fare altro.

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