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- Autore: Redazione BlogDiMusica
- Pubblicato: Mag 20, 2016
- Categoria: Classifiche, Personaggi, Tour
Le 10 canzoni più belle di Ben Harper (VIDEO)
E’ uscito lo scorso 8 aprile l’ultimo album di Ben Harper, Call It What It Is, che ne ha visto il ritorno in studio affianco agli Innocent Criminals, lo storico gruppo che aveva sciolto dopo l’album Lifeline del 2007 (Michael Ward alla chitarra, Juan Nelson al basso, Oliver Charles alla batteria, Jason Yates al piano e Leon Mobley alle percussioni). Una conferma più che una sorpresa il nuovo lavoro di Harper, un lieto ritorno alle origini, una miscela di rock, soul, reggae, blues, con cui torna a parlare in modo vero e spietato di disuguaglianze e temi sociali, lasciando da parte le sue vicissitudini personali. Un bel ritorno insomma, un po’ criticato per non aver aggiunto niente di nuovo alla precedente discografia, ma quando si è cosi belli cosa c’è di male ad essere sempre uguali a se stessi?
A noi Call It What It Is è piaciuto tanto, e, in attesa dell’unica data italiana, prevista per il 7 ottobre al Mediolanum Forum di Assago a Milano, abbiamo deciso di ripercorrere la carriera di Ben Harper attraverso le sue dieci più belle canzoni.
#10 Pink Baloon
Primo singolo estratto dall’ultimo disco, con cui Harper rispolvera la sua anima rock. Meriterebbe il posto in classifica già solo per l’assolo di chitarra di Michael Ward, che lo stesso Harper ha detto essere uno dei suoi assoli preferiti dell’intero album. Poi è un pezzo rock che parla di un palloncino rosa legato a un polso di una lei, che la porta sù, sù fino alla luna..come si fa a non amarlo gà solo per questo?
#9 Like a King
Da Cruel World, il primo album in studio di Ben Harper, pubblicato nel 1994. un pezzo legato ad una causa sociale: le discriminazioni subite dal popolo afroamericano negli Stati Uniti. La parola king è un omaggio sia a Martin Luther King e al suo sogno di vedere riconosciuti a tutti i diritti civili, che a Rodney King, il tassista oggetto di linciaggio senza motivo da parte di alcuni poliziotti di Los Angeles nel 1991, poi assolti. Harper mostra dagli esordi l’integrità morale che sarà tratto distintivo di (quasi) tutta la sua produzione.
#8 Excuse me Mr
“Excuse me Mr., isn’t that your oil in the sea and the pollution in the air Mr. Whose could that be”
Un atto d’accusa contro la moderna civiltà industriale. Una feroce critica all’indifferenza e alla corsa al Dio Denaro, che acceca le coscienze.
Signore, quando busserà alla porta del paradiso sarà troppo tardi perché lì, non chiedono quanto hai guadagnato, tutto quello che vogliono sapere, signore è quanto hai dato.
#7 Jah Work
Canzone tratta dall’ album The Will To Live.
Nel Rastafarianesimo Jah è il nome con cui viene chiamato Dio; si tratta di un pezzo struggente a metà strada tra una denuncia e una preghiera.
Jah, perchè stringere la mano di un uomo se non hai intenzione di aiutarlo a stare in piedi? (..) Se alcolti con attenzione potrai sentire una voce chiamarti.
#6 Suzie Blue
Dall’album Burn To Shine del 1999, un pezzo dalle sonorità swing, una vera e propria delicatesse.
“Won’t you sing me the blues, sing me something my heart can use, misery loves a symphony”
#5 Another Lonely Day
Una chitarra acustica e un basso appena accennato a raccontare di un amore non corrisposto. Una malinconica ballata a conferma del fatto che le più belle storie d’amore da raccontare sono quelle tristi.
Il pezzo è tratto dall’album Fight for Your Mind del ’95.
#4 Walk Away
Di nuovo una canzone d’amore e di separazione, un uomo che le distanze e le circostanze separano dalla donna che ama. Un sempre delicatissimo Ben Harper a dichiarare le più belle cose d’amore ad una donna che definisce amica; un pezzo dolcissimo davvero.
“They say if you love somebody then you have got to set them free, but I would rather be locked to you, than live in this pain and misery”.
#3 Church House Steps
Il pezzo è tratto dal sesto album di Ben Harper, There Will Be A Light, uno dei capolavori della discografia del musicista californiano, nato dall’incontro fatale con i Blind Boys Of Alabama, un collettivo di cantanti ultraottantenni, non vedenti con i quali torna sulla strada della black music, per un po’ messa da parte.
Un rock affilato della chitarra di Harper si sposa al gospel, spiritual e blues delle voci dei Boys, piene di energia.
#2 Diamonds On The Inside
Dall’omonimo album del 2003, che è tra gli album più belli di Ben Harper, pieno di vita, di speranza e molto ricercato nelle sonorità e nelle liriche.
Una ballata acustica intensa e riflessiva.
#1 With My Own Two Hands
Tratta dallo stesso, bellissimo album della canzone precedente, di cui è stato primo singolo estratto, With my Own Hands è un omaggio a Bob Marley.
“Ora io posso cambiare il mondo con le mie mani, renderlo un posto migliore, renderlo un posto più accogliente”.
Parole piene di ottimismo e speranza in questo pezzo, piene di fiducia nella possibilità del cambiamento, con cui chiudiamo, anche un po’ simbolicamente, la nostra classifica.