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- Autore: Andrea Fragasso
- Pubblicato: Mar 5, 2018
- Categoria: Personaggi
I cinque capolavori di Lucio Battisti
Era il 9 settembre del 1998 quando ci lasciava uno degli artisti più influenti del panorama della musica italiana: ci manca, Lucio Battisti, e con lui le sue perle che hanno deliziato e continuano a deliziare milioni di appassionati. Era nato il 5 marzo a Puggio Bustone, paesino del reatino, e dai primi anni sessanta aveva cominciato a lasciare tracce indelebili sulla scena pop nazionale, producendo capolavori che, di generazione in generazione, continuano a rivelarsi tali. Sarebbe impossibile citare le tante canzoni portate al successo nel corso del lungo sodalizio con Mogol, perciò noi di BlogdiMusica, per omaggiarlo, abbiamo scelto di ricordare cinque pezzi unici, sufficienti per rendere l’idea di trovarsi di fronte ad un mito senza tempo.
- La canzone del sole. Quel giro di chitarra iniziale, quell’indimenticabile incipit “le bionde trecce gli occhi azzurri e poi…”, quel “mare nero” che pur gli era costato tante polemiche e antipatie sono ormai a pieno titolo nella storia della musica leggera italiana. È il novembre del ’71 quando le radio trasmettono questo pezzo, tratto dal 45 giri contenente Anche per te.
- Emozioni. Ce ne regala parecchie di emozioni, Lucio, in questa melodica traccia divenuta un classico d’autore. È la riflessione interiore di un uomo, pubblicata nell’ottobre del 1970 e, pur senza alcun record di vendite, destinata a restare immortale.
- Il mio canto libero. “Nasce il sentimento, nasce in mezzo al pianto”, nasce quest’opera d’arte nel 1972, la quale, a distanza di oltre quarant’anni, è ancora gettonata nei network radiofonici.
- I giardini di marzo. L’infanzia tra la povertà, i ricordi del dopoguerra e le difficoltà esistenziali vengono pennellati in maniera eccellente in questa meraviglia concepita dall’impareggiabile duo Battisti-Mogol nel 1972.
- Pensieri e parole. Singolo più venduto in Italia nel 1971 e amatissimo ancora oggi, questo brano presenta la particolarità di poggiarsi su due distinte basi melodiche, che alla fine si fondono in un intreccio da brividi.